La lombalgia rappresenta il tipo più comune di dolore della colonna vertebrale  e colpisce circa il 60%-80% della popolazione nell’arco della vita dell’uomo e della donna.
Anche nell’infanzia e negli adolescenti la lombalgia non specifica è abbastanza comune, con un’incidenza relativamente alta, variabile seconda vari studi tra il 28% ed il 48% dei soggetti in età scolare. In media  secondo Taimela ed al. la prevalenza è del 6% tra gli studenti tra 7 e 10 anni raggiungendo il 18% nell’adolescenza. Secondo Salminen l’incidenza cumulativa  è del 30% .   Inoltre in genere la frequenza della lombalgia nei giovani aumenta progressivamente con l’età.

CAUSE

La lombalgia tra i giovani soggetti è spesso aspecifica e legata spesso a fattori psicosociali e richiede solo occasionalmente cure mediche, poiché il dolore in genere ha carattere benigno e autolimitante. Tuttavia, in alcuni casi nei giovani pazienti  il dolore lombare è dovuto a lesioni organiche specifiche.
Le cause più comuni di tipo meccanico sono i traumi, gli stiramenti ed i sovraccarichi muscolari, le malformazioni congenite, le patologie discali, la rigidità muscolare. La spondilolisi e la spondilolistesi presenti normalmente in circa il 4-5% della popolazione pediatrica sono la causa più comune di sintomatologia dolorosa lombare nei bambini di età superiore ai 10 anni. La spondilolisi e la sua evoluzione in spondilolistesi sono favorite dagli sport dove è prevista una forte sollecitazione in iperlordosi (pallavolo, ginnastica artistica, tennis, etc.).
Potenziali fattori di rischio sono i livelli elevati di attività sportiva ed una storia familiare di mal di schiena, mentre non è stata provata finora alcuna associazione tra il mal di schiena pediatrico e fattori fisici come peso, altezza, postura,  o l’utilizzo dello zaino scolastico.
La presenza di dolore in seguito all’utilizzo dello zaino deve però rappresentare un elemento di allarme per la eventuale presenza di patologie della colonna sottostanti disvelate dal peso dello zaino.
Le ernie del disco del tratto lombare sono una malattia comune negli adulti, mentre comunemente non vengono  associate ai  giovani soggetti; tuttavia, è  stata riscontrata una percentuale tra l’1% ed il  4% di lesioni del  disco negli adolescenti affetti da lombalgia. Le erniazioni del disco intervertebrale nei giovani soggetti non sono comunemente associate a traumi specifici come avviene invece spesso negli adulti, mentre possono essere generate da sovraccarichi ripetuti e prolungati, e questo può essere causa a volte  di  significativi ritardi diagnostici. Un dolore alla palpazione della cresta iliaca può indicare la presenza di una apofisite.
Una distrofia ossea di crescita per la presenza di una cifosi toraco-lombare è anch’essa da tenere in considerazione come possibile patogenesi del dolore.
Ma esistono anche cause specifiche non meccaniche di lombalgia nei bambini e negli adolescenti come principalmente le spondiloartropatie infiammatorie, varie malattie infettive, alcune patologie neurologiche, patologie viscerali, la neurofibromatosi di tipo 1,  ed i tumori  della colonna vertebrale. Pertanto la comparsa di una significativa lombalgia nella prima decade di vita va sempre considerata  come un potenziale segnale di allarme per specifiche patologie e quindi necessitante di  una attenta valutazione medica.
I tumori benigni più comuni anche se sostanzialmente abbastanza rari  della colonna vertebrale sono l’osteoma osteoide e l’osteoblastoma. La scoliosi dolorosa antalgica e la rigidità del tratto lombare sono sintomi di presentazione classici e comuni, mentre la scoliosi idiopatica è più comunemente indolore.
Le neoplasie maligne primitive dell’osso a livello della colonna vertebrale sono rare ed i tipi più comuni sono l’osteosarcoma, il sarcoma di Ewing e la leucemia. Le lesioni neoplastiche intriseche più comuni gli astrocitomi e gli ependimomi, anche se prevalentemente interessano il tratto cervico-toracico. Anche in questo caso i sintomi iniziali più comuni sono il dolore e la diminuzione della mobilità della colona. Le lesioni metastatiche più comuni si verificano nel neuroblastoma ed il rabdo-miosarcoma. Le lesioni metastatiche meno comuni includono il tumore di Wilms, il retinoblastoma e il teratoratocarcinoma.

SINTOMATOLOGIA

Spesso i giovani pazienti sono asintomatici fino allo scatto di crescita adolescenziale, che  si verifica in media a circa 10-15 anni di età, prima nelle femmine e poi nei maschi.
In generale i bambini a differenza degli adulti  possono avere difficoltà a descrivere chiaramente inizio, sede e caratteristiche del  dolore. Anche gli stessi genitori possono avere difficoltà a riferire con esattezza il tempo di inizio del dolore e la sua eventuale evoluzione. Tutto questo rende l’acquisizione di queste informazioni più difficile per lo specialista , che dovrà cercare  di approfondire con pazienza il più possibile l’anamnesi. 
Spesso il dolore è temporaneo e da ricondure ad una condizione benigna autolimitante. Il riferimento di un dolore lombare persistente o peggiorativo, specie se presente anche la notte  deve sempre essere valutato con attenzione e scrupolo per la possibilità che possa essere il sintomo di una specifica patologia sottostante.
La sintomatologia può includere dolore riferito al tratto lombare  con eventuali irradiazioni agli arti inferiori, rigidità e contrattura muscolare. L’eventuale miglioramento della sintomatologia con il  riposo può fare orientare comunemente per una patogenesi di tipo meccanico. Le attività ripetitive in  flesso-estensione della colonna invece in questi casi di solito portano ad un aumento  della sintomatologia. I cambiamenti morfologici visibili, deformità palpabili o alterazioni della mobilità  possono indicare malattie strutturali della colonna vertebrale sia  congenite che acquisite.
A differenza degli adulti  nei bambini raramente si riscontra una chiara obiettività clinica; in circa il 10% dei casi è presente debolezza motoria e nel  15% una diminuzione della sensibilità periferica. Vanno ricercati con attenzione eventuali disturbi motori e sensoriali delle estremità, indagata la topografia del dolore radicolare e gli eventuali disturbi della vescica o dell’intestino. La febbre è presente nelle malattie infettive, nelle malattie reumatiche ed alle volte anche nelle neoplasie.
Gonfiore locale e ingrossamento dei linfonodi possono verificarsi in malattie infettive e neoplastiche.  L’evidenza di associati segni infiammatori  come l’artrite, la sacroileite, l’entesite o la vasculite cutanea sono segnali di allarme per malattie reumatiche o autoinfiammatorie.

VALUTAZIONE CLINICA

In partenza vanno indagati  attraverso una accurata anamnesi tempo e  meccanismo di insorgenza dei sintomi,  la localizzazione,   la qualità  del dolore e le sue caratteristiche e tipologia (trafittivo, urente, etc,) , intensità, la durata, la frequenza e la sua distribuzione nell’arco della giornata, l’eventuale associazione di febbre. Vanno anche indagate eventuali disfunzioni della vescica e dell’intestino.
Vanno considerati ed evidenziati eventuali fattori di rischio psicologici e sociali che potrebbero influire su una lombalgia di tipo aspecifico, in questo caso potrebbe essere utile una valutazione psicologica.
Tra le possibili cause di una lombalgia semplice aspecifica è da valutare anche una significativa sedentarietà specie se associata a posture scorrette e prolungate. Al contrario in caso di  pratica di  sport specifici specie se agonistici a maggior richio di sovraccarico vanno ricercate eventuali  lesioni muscolo-scheletriche peculiari dei singoli sport.
Alcuni elementi clinici rappresentano fattori di allerta e di attenzione: età inferiore ai 5 anni, sintomi sistemici, traumi, dolore che persiste da più di 4 settimane, limitazioni significative della mobilità, rigidità muscolare, dolore notturno, febbre, sudorazione notturna, disturbi motori, sintomi neurologici, disturbi intestinali o ritentivi urinari.
L’esame obiettivo  comprende l’ispezione, la palpazione, la valutazione dell’ampiezza del movimento,  e specifiche manovre cliniche. Vanno ricercati eventuali anomalie posturali, anche degli arti inferiori,  ed i segni di ipercifosi strutturata, di iperlordosi o di scoliosi. Una eventuali eterometria fino a 2 cm di solito non è da considerare come causa specifica del dolore. Lesioni cutanee, come macchie caffèlatte, cisti dermiche o  isolotti di peluria possono suggerire un’anomalia spinale sottostante o un tumore. Vanno ricercati e definiti eventuali segni di infiammazione locale, la febbre, eventuali patologie degli organi viscerali. Vanno eseguiti i test neurologici e valutati eventuali alterazioni dei riflessi, disturbi radicolari, deficit della forza o della sensibilità, eventuale spasticità od atassia, alterazioni della coordinazione.
La presenza di una scoliosi di tipo antalgico potrebbe essere la spia di una patologia specifica come tumori o infezioni in quanto normalmente la scoliosi idiopatica non è dolorosa. La palpazione a livello della muscolatura paraverebrale od in corrispondenza dei  processi spinosi sulla linea mediana,  le percussioni e la palpazione della parete addominale possono aiutare a identificare un dolore di origine viscerale.
In caso di riscontro della possibilità di essere in presenza di eventuali malattie specifiche, è bene eseguire  i test di laboratorio più idonei come diagnostica supplementare.

RADIOLOGIA

L’esecuzione di  radiografie di base  nei bambini con mal di schiena  non sono in genere necessarie in fase iniziale in presenza di caratteristiche aspecifiche di benignità. In caso di persistenza del dolore oltre le 4 settimane, dolore notturno, irradiazione del dolore, se ritenute opportune dallo specialista  in base al sospetto diagnostico approfondimenti strumentali sono utili per  escludere eventuali lesioni scheletriche, tumorali od infettive. Una ecografia addominale mirata in alcuni casi può identificare una causa di origine viscerale. Le proiezioni radiografiche anteroposteriori  e laterali in piedi e quelle laterali della colonna per intero  permettono di valutare  eventuali deformità come scoliosi, iperlordosi , cifosi toracolombari e spondilolistesi. Se la storia clinica ed il risultato dell’esame obiettivo possono suggerire la possibile presenza di spondilolisi, ernia del disco o patologia del midollo spinale, è bene approfondire l’esame con una risonanza magnetica, con la quale è inoltre possibile valutare con accuratezza eventuali patologie o sofferenze dei tessuti molli. Ulteriori esami di precisione, sicuramente più invasivi, come TC, scintigrafia, PET, possono essere utilizzati per la ricerca e definizione delle patologie più gravi sospettate in sede di valutazione specialistica.

TRATTAMENTO

Ai fini di identificare il trattamento più efficace è molto importante cercare di eseguire in partenza una diagnosi più accurata possibile.

In caso di lombalgia benigna aspecifica il trattamento più efficace consiste nella riduzione od abolizione  delle attività motorie a rischio di sovraccarico della colonna, e nella prescrizione di una terapia riabilitativa specifica mirata al miglioramento della postura e delle prestazioni muscolari attraverso esercizi specifici. La rieducazione motoria mira a  fornire una efficace protezione attiva alla colonna e ad evitare le posture sovraccaricanti il tratto lombare. L’utilizzo degli antinfiammatori non steroidei deve essere limitato a casi selezionati e per periodi non prolungati. E’ bene informare i genitori sul corretto utilizzo di zaino e carrello scolastici limitando il peso a circa il 10%-15% del peso corporeo. Se il dolore può essere ricondotto ad una cifosi toracolombare o ad una scoliosi può essere necessaria una terapia con corsetti specifici. Anche in caso di riscontro di una spondilolisi allo stadio iniziale potrà essere necessario prescrivere oltre alla terapia riabilitativa un corsetto specifico. In caso di spondilolistesi più evolute le indicazioni generali per la chirurgia includono: dolore non alleviato dal riposo, dall’immobilizzazione e dai FANS, progressione accertata, spondilolistesi superiori al 50%.

Altre terapie specifiche variabili a seconda dei casi si possono rendere necessarie per la cura delle singole patologie, come le infezioni, le malattie neurologiche  o le neoplasie

CONCLUSIONI

La lombalgia nei bambini è un problema tutto sommato abbastanza frequente, in pochi casi  può rappresentare espressione di una malattia grave e la maggior parte delle condizioni può essere diagnosticata con una anamnesi dettagliata, con test clinici relativamente semplici ed esami ematobiochimici e strumentali  specifici. I casi più semplici dovuti a sovraccarichi meccanici  sono alleviati con il riposo e la diminuzione dell’attività specifica ed eventuale ginnastica posturale. Se è presente dolore alla schiena cronico  e persistente, febbre o deficit neurologico, è necessario effettuare una diagnosi rapida e quanto più precisa possibile, in modo di attuare al più presto la necessaria terapia, anche chirurgica.  Nei casi in cui non si riesce ad  effettuare una diagnosi specifica per mancanza di riscontri clinici o strumentali, è bene effettuare una  rivalutazione a distanza.

In questa fase successiva, i sintomi minori non correlati ad una patologia maggiore si risolveranno spontaneamente, mentre i sintomi correlati alle patologie più gravi subiranno un progressivo peggioramento e saranno più facilmente identificabili. È importante sottolineare che i segnali d’allarme sono caratteristiche facoltative per le diverse cause di malattia e non sono sempre sono necessariamente presenti. Lo specialista  deve applicarsi sulla base di una conoscenza approfondita delle problematiche connesse al  dolore lombare specifico e considerare con attenzione tutti i fattori più rilevanti attraverso  una anamnesi e un esame clinico accurati che rappresentano  la base indispensabile per una diagnosi e differenziazione di una lombalgia specifica dal mal di schiena non specifico nei bambini e negli adolescenti.

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