La cifosi toracica è una curva fisiologica della colonna vertebrale, quando i suoi valori aumentano significativamente si parla di “ipercifosi”.

 

 

 

L’ipercifosi toracica è una condizione ampiamente riconosciuta ma scarsamente considerata. Studi attuali stimano la sua prevalenza tra gli anziani tra il 20% e il 40%.

In una review di Kado viene riportato che “L’ipercifosi è una variazione posturale che si riconosce facilmente e si osserva spesso nelle persone anziane, tuttavia, al giorno d’oggi i medici hanno una scarsa conoscenza delle cause, delle conseguenze e del trattamento da offrire ai pazienti colpiti.”

 

Spesso il problema dell’ipercifosi della colonna vertebrale viene trattato in due grandi capitoli: l’ipercifosi dell’adolescente e quella dell’anziano, con problematiche, considerazioni e terapie diverse, ma normalmente non viene sufficientemente approfondita la correlazione tra l’una e l’altra alla luce della storia naturale. Questo spesso non consente di chiarire gli obiettivi terapeutici, specie quelli a medio e lungo termine.

La cifosi toracica normalmente si incrementa fisiologicamente durante l’accrescimento ed in particolare in fase puberale, in media tra gli 11 ed i 13 anni nelle femminucce e tra i 13 ed i 15 anni nei ragazzi. Giglio riporta una media di cifosi di 25° a 7 anni, con una progressione fino a 38° a 19 anni con una forbice di valori tra i 10°-45° per le femmine e 32°-47° per i maschi.

Oltre alla progressione fisiologica, altre cause possono determinare un aumento patologico della cifosi toracica in età puberale.

La malattia di Scheuermann, una distrofia ossea di crescita, è la causa più nota delle ipercifosi più gravi in età adolescenziale, in altri casi vengono chiamate in causa problematiche genetiche, sedentarietà, vizi posturali. Un mancato riconoscimento e cura può esporre il soggetto in accrescimento ad acquisire una ipercifosi strutturata non più reversibile ed a presentarsi quini in età adulta con una anomalia biomeccanica posturale rilevante.

 

Inoltre con l’invecchiamento normalmente la cifosi toracica tende ad aumentare. Dopo i quaranta anni, l’angolo di cifosi può aumentare anche di 7° in 15 anni. L’osteoporosi è stata chiamata in causa come elemento principale causa della ipercifosi dell’anziano, e questo è naturalmente vero in molti casi, ma studi recenti, tuttavia, dimostrano che in circa i due terzi dei casi gli anziani più colpiti da ipercifosi non presentano fratture vertebrali significative. Questi peggioramenti nell’anziano sono favoriti dalla sedentarietà con conseguente indebolimento della forza muscolare, l’invecchiamento dei dischi intervertebrali e delle strutture legamentose. Le alterazioni biomeccaniche da insufficiente controllo posturale spesso portano ad un ulteriore incremento dei precedenti gradi di cifosi.

La presenza di una precedente ipercifosi acquisita in età puberale naturalmente rappresenta una ulteriore pre-condizione aggravante di base favorente le ipercifosi più gravi nell’anziano.

Oltre ad avere un forte impatto sulla condizione estetica, specie nel sesso femminile, l’ipercifosi può essere associata in modo indipendente a un aumento del rischio di esiti avversi per la salute, tra cui dolori cronici, funzionalità polmonare ridotta, ridotta capacità della funzione fisica, aumento delle cadute e di lesioni conseguenti, riduzione della mobilità di anche e ginocchia, angoscia psicologica, e persino mortalità precoce.

In particolare l’ipercifosi scompensata spesso può portare ad uno squilibrio dell’assetto della colonna sul piano laterale, il cosidetto sagittal balance, con conseguente sovraccarico doloroso di anche e ginocchia e favorire gli scivolamenti vertebrali lombari di tipo degenerativo come espressione di un tentativo di recupero degli squilibri posturali comportanti uno sbilanciamento in avanti.

Inoltre l’ipercifosi costringe il rachide cervicale ad una iperlordosi compensatoria con conseguente sovraccarico biomeccanico e possibile instaurasi di fenomeni artrosico-degenerativi e di tensioni muscolari che possono arrivare fino a frequenti ed invalidanti cefalee miotensive.

 

 

 

La conoscenza della patologia e della sua storia naturale consiglia di intervenire precocemente in fase giovanile e puberale al comparire dei primi segni di significativo incremento dei valori. Infatti l’associazione di rieducazione motoria specifica ed utilizzo di ortesi di tronco (corsetti) in fase di accrescimento permette di influire positivamente sulla crescita della colonna in corretto assetto permettendo in molti casi di ottenere a fine trattamento valori di cifosi toracica accettabili.

 

L’attività motoria sotto carico inoltre permette di raggiungere un picco di massa calcica più consistente. Questo  consente, in particolare nel sesso femminile, insieme al  buon mantenimento della forza muscolare, di prevenire efficacemente le lesioni conseguenti alla perdita osteoporotica di massa scheletrica, elemento questo che favorisce l’instaurarsi di fratture e l’incremento della stessa ipercifosi.

In età adulta l’identificazione di valori elevati di ipercifosi può essere affrontata con un aggiustamento dell’ergonomia lavorativa e l’adozione di una attività motoria specifica mirata al rinforzo muscolare ed alla correzione di eventuali difetti biomeccanici (rigidità muscolo-legamentosa, insufficiente controllo posturale, etc.) in modo da limitare o fermare l’evolutività della ipercifosi e di contenere la eventuale sintomatologia dolorosa consistente spesso in mialgie dorsali di tipo urente e trafittivo. L’attività motoria regolare guidata permette di limitare la progressiva degenerazione adiposa della muscolatura paraspinale, causa questa di ulteriore instabilità dell’assetto della colonna con aggravamento dello squilibrio biomeccanico del sagittal balance. Va sempre inoltre effettuata una valutazione sull’eventuale presenza di osteoporosi e/o carenze di Vit D che verranno trattate specificatamente. In caso di dolore è bene associare una fisioterapia specifica mirata al controllo delle tensioni e contratture muscolari ed al recupero possibile dell’elasticità del rachide.

Nei casi più gravi può essere indicato l’utilizzo di specifici busti personalizzati.

Il mancato riconoscimento e trattamento dell’ipercifosi come già detto, può portare, oltre al danno estetico, in età adulta e poi nell’anziano, all’instaurarsi di sintomatologia dolorosa ed al precedere della deformità con nei casi più avanzati una seria compromissione dell’equilibrio della colonna sul piano sagittale e comparsa di deficit funzionali importanti.

Dott. Matteo Pennisi

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